| - Piedi di argilla di T. Pratchett. Perché, per parlare di etica, non c'è bisogno di menarsela sul quanto siamo seri. - L'ultimo Orco di S. De Mari. Perché, malgrado il crollo dei libri successivi nel razzismo tipico dell'Occidentale Clemente (non Clemente di nome, clemente di - si fa per dire - fatto), questo era veramente un libro sulla comprensione, sul coraggio, sulla tolleranza e l'amore. Amore, senza due MM, non aMMore.
E la seconda parte è un'ardua scelta. O_o Non ho una gran opinione dei libri da leggere perché sì, i sistemi con i quali decidono cosa è letteratura e cosa non lo è mi hanno segnata a vita. Tra l'altro, ne avete già citati un bel po' che mi hanno fatta pensare "accidenti, questo avrei voluto metterlo io, è davvero un libro che cercherei di ammollare a chiunque, potendo". Dunque...
- Orlando innamorato, di M. M. Boiardo. Perché l'Orlando dell'Ariosto è quello del quale si ricordano tutti, ma è Boiardo che ne scrisse per il piacere di scrivere, facendone un racconto sornione, felice e allegro. E perché, tra lui e Ariosto, hanno tirato fuori il primo personaggio femminile della letteratura italiana che vale veramente la pena di nominare. ... mozzicherò il primo che dirà "ah, Bradamante!", perché no, beeeeep, risposta sbagliata. - Se non ora, quando?, di P. Levi. Perché è un romanzo, e una testimonianza, e poi di nuovo un romanzo e un po' una favola e soprattutto un racconto ed una storia. Ho avuto il cuore gonfio durante tutta la lettura e, alla fine, ne avrei voluto ancora. - Universo, di R. H. Heinlein. Perché "Ora," disse Joe, "Ti mostrerò le Stelle!" [...] Creazione. Fedelmente riprodotte, scintillando tanto stabili e serene sui muri dello stellario quanto avevano fatto le loro forme originarie nelle nere profondità dello spazio, le stelle riflesse lo stavano guardando. Luce ingioiellata dopo luce ingioiellata, sparsi in un distratto, magnifico splendore attraverso il cielo simulato, i soli infiniti giacevano di fronte a lui; di fronte a lui, sopra di lui, sotto di lui, dietro di lui, in ogni direzione intorno a lui. Era sospeso, solo, al centro dell'universo stellare. Questo pezzo è la ragione - e fate finta di non aver visto la terribile traduzione fatta in casa - per cui farei leggere Universo a chiunque. E' Dante senza la terzina e senza Dio, settecento anni più tardi, dopo che qualcuno aveva parlato di distopie e di astronavi. E' bellissimo ed allarga il cuore.
|