Ricordo tutti e tre i libri che hai nominato con un certo piacere, Med ma onestamente non mi sentirei in grado di dare un'opinione dettagliata, al momento, degli ultimi due; il romanzo di Lawrence in particolare è una lettura estiva della prima media... sono, ehm, passati tipo un po' di anni.
Magari, a rileggerlo oggi, non lo apprezzerei più.
Per quanto riguarda il primo, ho cominciato a leggerlo perché l'insegnante di teatro mi disse che gli ricordavo la protagonista. Non riesco a vedere la somiglianza, ma il libro non mi è dispiaciuto affatto, e Benni è uno dei miei autori preferiti. L'ho riletto proprio di recente nell'ambito di una discussione sugli approcci al fantasy e al fantastico nella letteratura italiana contemporanea.
Benni è uno dei pochi autori di fantasy italiani che non mi facciano accapponare la pelle. Oh, guarda, fantasy, e, oh, guarda, è un libro.
Libri sopravvalutati, libri sopravvalutati, uhm. Mi viene in mente di getto la trilogia di Licia Troisi, ma andiamo con qualcosa di meno ovvio:
Che la festa cominci, N.AMMANITI
A mia madre era piaciuto moltissimo e me l'aveva consigliato. Sono andata a leggermelo e mi sono letta per contorno un altro po' - un bel po' - dell'opera di Ammaniti.
Come Dio comanda, letto un anno fa, mi aveva lasciata perplessa.
Che la festa cominci è più brillante, più sfumato, ma mi sembra una ripresa di temi e icone che l'autore sfrutta anche in altri racconti e romanzi, con un surplus di assurdo giocato su immagini violente, volgarmente sessuali, piuttosto stereotipate.
Qualcuno l'ha paragonato al surreale di Benni: ma Benni usa l'assurdo per arrivare alla satira; Ammaniti usa la satira per arrivare all'assurdo. I due procedimenti muovono praticamente in direzioni opposte, con risultati opposti.
Insomma. Lo consiglierei sicuramente per una serata gradevole - anche perché è piuttosto breve - ma certo non mi lancerei nelle sviolinate che ho sentito arrivargli intorno anche da fonti, per così dire, autorevoli.