Pilot di gennaio 2015

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MedusaNoir
view post Posted on 29/1/2015, 15:21




Gennaio si è aperto con molte nuove serie tv e mi è sembrata una buona idea fornire una sorta di “recensione-guida” per chi, come me, nei telefilm ci sguazza allegramente.
Non ho visto tutti i pilot di gennaio, ma ho cercato di fare del mio meglio; nel caso qualcuno di voi volesse recensire serie tv che qui non ho preso in considerazione, può farlo comodamente in questo topic, e credo di rappresentare il trio dell’amministrazione ringraziando calorosamente chi lo farà (anche perché io, Galavant, proprio non riesco ad iniziarlo).



HINDSIGHT

Becca ha quasi quarant’anni, ma il suo aspetto è di una ventenne; infatti, quando spingerà un invisibile tasto rewind che la porterà al giorno delle prime nozze, il suo viso resterà esattamente lo stesso. Fatta eccezione per questo particolare (d’altronde la televisione americana pullula di personaggi dall’età indefinita), la serie è una comedy ben strutturata: giunta al momento di sposare il secondo marito, la protagonista si guarda indietro a un matrimonio che era finito male e un’amicizia che negli anni è andata distrutta; vorrebbe cambiare qualcosa del suo passato e gliene viene fornita inspiegabilmente l’occasione. L’unica persona a conoscenza della verità sarà Lolly, migliore amica di Becca, colei di cui ha sentito più la mancanza in quei vent’anni di distanza.
Hindsight è una commedia divertente, che viene classificata anche come fantasy/sci-fi per la presenza del salto nel tempo, ma voi definireste sci-fi Quel pazzo venerdì per lo scambio dei corpi? Una serie che promette bene, sebben in alcuni punti lo spettatore si ritrovi a storcere il naso; per esempio, le puntate sembrano protrarsi più del dovuto, come se l’idea fosse nata per una commedia di un paio d’ore e si cercasse di inserire dialoghi e scene apparentemente superflue.
Non dimentichiamo due aspetti importanti di questa nuova serie: prima di tutto, Becca potrebbe approfittare delle informazioni apprese nel futuro ed è in parte quello che tenta di fare quando incontra un autore che, negli anni a seguire, scriverà un best seller; se questo “sguardo nel futuro” dovesse tornare nelle prossime puntate, sarebbe una svolta interessante rispetto a un amore o un’amicizia da recuperare.
In secondo luogo, la serie è ambientata negli anni ’90. Sarà facile, per una donna che considera quotidiani iPod e smartphone, abituarsi di nuovo a una tecnologia fatta di walkman e cellulari in bianco e nero?



12 MONKEYS

Viaggio nel tempo anche in 12 monkeys, show targato Syfy e adattamento dell’omonimo film del 1995 con Bruce Willis e Brad Pitt.
La virologa Cassandra “Cassie” Railly viene rapita nel 2013 dall’improvvisato viaggiatore del tempo James Cole, il quale rimasto ferito da una pallottola verrà poi curato da lei due anni dopo; apparentemente non ci sono stati grossi cambiamenti, se non l’addio della dottoressa Railly alla realtà come la conosceva. Cole è tornato indietro di trent’anni per impedire il diffondersi di un’epidemia che, nel 2043, decimerà la razza umana (a eccezione di coloro che, come lui, ne sono misteriosamente immuni). Inizia così la caccia all’uomo ritenuto responsabile della suddetta epidemia, ma “niente è quello che sembra” (anche perché, altrimenti, libro, film e serie tv degli ultimi decenni risulterebbero dimezzati).
Interessante? Forse. L’idea non dispiace, ma si tratta di un soggetto già usato in ambito cinematografico e, quanto si tratta di fare un remake o un reboot televisivo, bisogna incentrarsi su sceneggiatura e casting, che convincono solo in parte a proseguire la visione. Ho avuto la sensazione di una somiglianza con Sleepy Hollow (altro remake televisivo, ma del 2013) per motivi che non so completamente spiegare, a parte la presenza di un “viaggiatore del tempo” e della sua collaborazione con un personaggio femminile (ex dottoressa o poliziotta che sia); la stessa sensazione, in sintesi, che ho avuto guardando The Blacklist e collegandolo immediatamente a Il silenzio degli innocenti (sebbene quest’ultima fosse invece una sensazione positiva).
Cosa mi spingerebbe a continuare la visione? La presenza di un paziente di un ospedale psichiatrico rivelato alla fine del pilot (nel 1995 interpretato da Brad Pitt)e la giusta dose di angst che fa bene al cuore: se la missione di Cole andrà a buon fine, il futuro come lui lo ha vissuto cambierà e il se stesso del 2043 scomparirà per sempre.



EYE CANDY


Siete una hacker di ventuno anni con una storia d’amore alle spalle; i vostri amici vi consigliano una app per gli incontri, grazie alla quale conoscete tre uomini. Dovete solo scegliere uno di loro… peccato che tra quei tre si nasconda una serial killer ossessionato dalla perfezione. Un serial killer con le vostre stesse capacità informatiche e deciso a lasciare una scia di sangue dietro di voi. Sarà il bel ragazzo, il patito di automobili o il pediatra? Volete, dovete scoprirlo, perché ne va della vostra vita.
L’angst non manca nemmeno qui, soprattutto per l’apertura del pilot che narra la scomparsa, anni prima, della sorellina della protagonista. Tratto dall’omonimo romanzo di R. L. Stine, Eye Candy è la storia di Lindy Sampson (interpretata da Victoria Justice), hacker in libertà vigilata a causa di una soffiata del suo ex ragazzo, il poliziotto Ben Miller.
L’autore dei Piccoli Brividi non racconta più storie di bambini alla prese con il soprannaturale, concentrandosi piuttosto sull’orrore della realtà quotidiana, come era già accaduto in alcuni volumi della collana La strada della paura, e il suo romanzo diventa il drama thriller perfetto per MTV. La storia è intrigante e le soggettive del serial killer lo sono ancora di più; purtroppo la serie non eccelle dal punto di vista romantico (temo appariranno scene strappalacrime lunghe diversi minuti), ma dal pilot già si intuisce una novità da questo punto di vista. Come in quasi tutte le serie degli ultimi anni, inoltre, è presente anche l’amico omosessuale, Connor (come il Connor di How to gey away with murder, ma diverso sul piano caratteriale), che si rivela subito come un personaggio interessante.
Una serie da proseguire, anche solo per l’emozionante e sanguinolento promo della stagione lanciato da MTV dopo il pilot.



MAN SEEKING WOMAN

Altra trasposizione da un libro (The Last Girlfriend on Earth di Simon Rich, ideatore e produttore esecutivo di questa serie tv) e altro protagonista alla prese con una storia d’amore finita male; tuttavia qui non ci sono serial killer o app per gli incontri. Man Seeking Woman mette in scena nella “realtà” quello che in Scrubs accadeva nella mente di JD.
Così, la ragazza svedese che viene presentata a Josh dalla sorella Liz è un vero e proprio troll, rappresentazione delle aspettative deluse del protagonista; il nuovo interesse amoroso della sua ex fidanzata non è altri che un Adolf Hitler ultracentenario, la persona di certo meno adatta a Maggie e che scatena l’interrogativo dell’ebreo Josh: “Hai scelto lui a causa mia?”. Appare quindi più che aspettata la reazione finale all’appuntamento che il protagonista strappa a una donna conosciuta in metropolitana: il presidente Obama lo chiama per complimentarsi, una folla acclama il suo nome, vogliono perfino insignirlo di un premio per il modo ingegnoso in cui è riuscito ad avvicinarsi a lei (parlare del più e del meno).
Man Seeking Woman è una serie inglese girata in Canada che grida al surreale in modo tanto marcato da spingere lo spettatore a tratti ad abbandonarla e a tratti a proseguirla per ridere dell’assurdità delle situazioni; di sicuro, comunque, una serie diversa dal solito.



MARVEL’S AGENT CARTER

Mi sembra opportuno concludere con la serie che sta avendo miglior successo (a giusta ragione).
Spin off di Agent of S.H.I.E.L.D., il pilot si apre con una scena di Capitan America – Il primo Vendicatore: l’ultimo dialogo tra Steve Rogers e Peggy Carter, agente del SSR (Strategic Scientific Reserve). La serie è dunque ambientata al termine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, e l’ABC ha puntato sul realismo come la Marvel le costringe a fare (evitando quindi la cittadina zeppa di omicidi di Pretty Little Liars e le decine di legami parentali di Once Upon A Time). Peggy è una donna della metà del ventesimo secolo e non importa quale ruolo abbia avuto durante la guerra, perché sarà comunque costretta a portare il caffè al suo capo e a sopportare le battute maschiliste del collega Jack Thompson (Chad Michael Murray); l’unico uomo che la stima, all’interno del SSR, è lo zoppo veterano di guerra Daniel Sousa.
Al termine della guerra, Howard Stark viene accusato di vendere armi al nemico, così è costretto a fuggire, ma non prima di avere affidato all’agente Carter il compito di fare chiarezza sulla storia e l’aiuto del maggiordomo Jarvis (un nome famigliare per gli amanti di Iron Man). Come accade spesso nell’universo Marvel, ogni personaggio è ben caratterizzato, i dialoghi non mancano della dose giusta di ironia e le scene si susseguono in un alternarsi di suspense, azione e ingegno.
Punto forte della serie è proprio Peggy Carter, che racchiude in sé le caratteristiche di alcuni membri dello S.H.I.E.L.D. che siamo ormai abituati a vedere sugli schermi dal 2013, ma riesce al contempo a non divenire una “super donna” poco realistica; Peggy è in grado di combattere, di districarsi fra la vita al SSR e quella ancor più segreta come spia di Stark e di camuffarsi nel miglior modo richiesto dalla situazione.




A presto con The Man in the High Castle, Wolf Hall, Cucumber, Crimes e Sons of Liberty!
 
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