D&FN 05/08/2013, Raccolta delle storie scritte e dei pacchetti

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MedusaNoir
view post Posted on 9/8/2013, 19:04 by: MedusaNoir




SECONDO PACCHETTO

Canzone: This is war - Thirty Second to Mars
Immagine: http://data.whicdn.com/images/71032014/large.jpg
Citazione: Soltanto il vero amore potrà condurmi al matrimonio, ragion per cui rimarrò zitella! (Jane Austen)
Prompt: famiglia

- Charme
Fandom: Disney Pixar
Personaggio: Merida
Prompt: famiglia

Sorry not sorry.

Il problema, con me e mia madre, è che siamo troppo simili, ma rifiutiamo di ammetterlo.
Dovremmo davvero imparare a venirci incontro e a metterci l’una nei panni dell’altra, ma l’orgoglio ci frena. Quando sono sul punto di aprirle il mio cuore finisco sempre con l’assumere un altero tono d’accusa, e lei risponde di conseguenza.
Sono certa che per lei sia lo stesso. Lo vedo dal modo in cui i suoi occhi s’addolciscono in un’espressione di scusa, prima di tornare a rimproverarmi per la poca eleganza del mio portamento o per l’arco poggiato di traverso sulla tavola.
Scendere a patti sembra essere l’unico modo per salvare la famiglia, ma non posso mutilare la mia vita e condannarmi a un matrimonio senza amore.
Quando mi vedrai battermi per conquistare la mia stessa mano, il mio diritto di forgiare il mio proprio destino, non mi aspetto che tu condivida la mia opinione, mamma. Ma so che, nel profondo, capirai perché lo sto facendo.

Scusa, mamma.

- Notturne ispirazioni - Di scrittrici, Giancontesse e cavalieri
Fandom: Originale Storico

Personaggi: Matilde di Canossa
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Personaggi: Pier Maria Rossi
Immagine: http://data.whicdn.com/images/71032014/large.jpg
Canzone: This is war - Thirty Second to Mars

- This is War, Trick
Fandom: Harry Potter
Canzone: This is war - Thirty Second to Mars

[to the People]

La notte in cui tutti fuggirono, fuggì anche un uomo di nome Ben.
Aveva i capelli scuri, un lungo naso ricurvo, una stinta bandierina irlandese che colava sulla sua guancia dipinta. Aveva afferrato la mano della moglie e aveva iniziato a correre a piedi scalzi nel terriccio umido.
Quella notte c'erano pure due ventenni a cui il Quidditch non era mai importato molto, ma quella era la Coppa del Mondo e ci sarebbero state un sacco di belle ragazze. Erano giovani per ricordare per quale motivo la gente fuggisse, ma fuggirono a loro volta e abbandonarono una bottiglia di Whisky Incendiario vuota solo per metà. Uno dei due, Jim, aveva la sensazione di essere già scappato: all'epoca aveva sei anni e suo padre l'aveva preso in braccio mentre i vetri delle finestre di Diagon Alley esplodevano sulle loro teste.
C'era anche un vecchio che alimentava il fuoco e raccontava storie di folletti e Lepricani ai nipotini. Le sue gambe erano deboli e provate dal trascorrere del tempo, ma quando lo vide, nitido nel cielo notturno, capì di poter ancora correre. E quanto piangevano, i suoi ragazzi... e lui, il vecchio che raccontava le favole, pregava solo che non dovessero mai scoprire il motivo di quella folle fuga.
Furono in tanti a fuggire, quella notte e l'indomani i volti erano ancora spaventati, e ancora piangevano, tremavano, e le famiglie si stringevano disperate.
Li hai visti? Io li ho visti, li ho visti... buon Dio, io li ho visti.
I Mangiamorte erano tornati.
Io li ho visti.

[The Good]

Stretto fra le sue dita gigantesche, il manico di quell'ombrello sembrava un grissino. E forse sarebbe stato altrettanto inutile, ma Hagrid lo brandiva come se fosse una spada, ruggiva furioso e colpiva, colpiva, colpiva e non arretrava...
Io non ci lascio mica fare questo a Hogwarts.
Non era mai stato un grande mago, Hagrid, ma un sacco di gente era pronta a giurare che fosse sempre stato un grande Grifondoro. C'era chi se l'era visto comparire davanti con stupefacente velocità, e lui, lui che aveva la schiena grossa sulla quale gli Schiantesimi rimbalzavano, lui si metteva fra i ragazzi e i Mangiamorte, e gridava, gridava che lui, Hagrid, non ce li lasciava a fare del male ai suoi studenti.

[The Evil]

Si diceva che Azkaban avesse il tetro potere di divorare tutto ciò che di vivo era conservato nell'anima.
Nel corso dei secoli centinaia di uomini avevano varcato quelle soglie di pietra e solo una manciata di loro erano riusciti a uscirne – e le loro anime rimanevo spesso lì dentro, lontane e perdute.
Lei conosceva bene l'oscurità di Azkaban, conosceva ogni mattone, ogni angolo, ogni odore. Azkaban era sua, quelle anime erano sue. Lei era la regina di tutto ciò che andava e restava, di ciò che moriva e di ciò che non riusciva a tornare. E rideva, rideva più forte dei Dissennatori.
Io sono la Regina.
La credevano pazza, la credevano una come tutti gli altri, ma Bellatrix Lestrange era sempre stata qualcosa di più, e quando ne uscì si dimostrò solo più arrabbiata e feroce di quando ne era entrata – non le sfuggì nessuno.
Non le sfuggì Sirius Black, non le sfuggì Ted Tonks, non le sfuggì la sua dannata nipote Sanguesporco.
Lei era la Regina.
Non le sfuggì nemmeno la morte.

[to the Soldier]

Una mano.
L'uomo continuò a camminare. La pioggia scivolava fra i capelli ormai ingrigiti, sul volto tirato, e il suo vecchio pastrano marrone era fradicio e pesante, insostenibile, e forse era camminare in quel vicolo deserto a essere pesante e insostenibile.
Un braccio.
Alzò lo sguardo al cielo scuro, chiuse le palpebre e lasciò che le gocce scendessero gelide sulla sua faccia, giù lungo la mandibola, il collo, il grosso naso... quella pioggia gli stava tagliando la pelle.
Un piede.
Si fermò sotto un lampione spento. Guardò la sua orbita cieca allungarsi sopra di lui, guardò i piccoli frammenti esplosi brillare sotto le suole dei suoi scarponi. E respirò profondamente, terribilmente, e tutto quel buio ricordava le spire di un serpente.
Una gamba.
L'uomo non si mosse più. Restò sul ciglio del marciapiede come una vecchia statua dalle spalle piegate. Non un solo muscolo del suo viso tradiva il suo animo. E pioveva, pioveva e tagliava, e il lampione cieco lo aveva abbandonata nel buio e nello sconforto.
«Alastor!» lo chiama una voce lontana. «Alastor, l'hai trovato? Hai trovato Benjy?».
Alastor Moody chiuse gli occhi.
Una testa.
«Sì».

[the Civilian]

Arthur Weasley confortava ognuno dei suoi bambini allo stesso modo. La Tana è sicura, diceva loro, i Mangiamorte non verranno nemmeno questa notte, dormite. Papà vi protegge.
Non ne era mai del tutto sicuro. Erano davvero al sicuro? La Tana li avrebbe salvati?
Guardò i piccoli volti dei figli dormire l'uno accanto all'altro nei lettini che avevano spostato nella camera matrimoniale.
Dobbiamo restare uniti, aveva detto a Molly. Non posso dormire sapendoli soli nelle loro stanze.
«Arthur...?».
«Va tutto bene, Lollymolly. Cerca di riposare».
Un sorriso tirato, sfuggente, distante.
Si sarebbero salvati?
Arthur non ne era del tutto sicuro, ma ogni notte sedeva al fianco della moglie e ascoltava il quieto respiro dei propri bambini con la bacchetta stretta fra le mani sudate.

[the Martyr]

Negli occhi di Sirius c'era solo fumo.
I suoi piedi affondavano nelle pietre, nel fango, scivolano sulle tubature esplose e gorgoglianti di Godric's Hollow – un gigante sventrato come il torace di un uomo abbandonato ai lupi. Alzò lo sguardo al cielo, serrò le palpebre e cacciò un grido folle che fece rabbrividire gli Auror attorno a lui. Lo afferrarono per i polsi, per il collo, lo spinsero sulle ginocchia – eppure lui si sentiva già a terra, sottoterra, fra le tubature, il fango, il buio...
«Il topo...» pianse fra i denti. Il suo sorriso si aprì in una linea folle. «Il topo, il topo... cercate il topo».
Non si accorse dell'uomo che gli sfilò la bacchetta dalla mano abbandonata al fianco. Non si accorse delle urla dei Babbani, non si accorse dei cadaveri... vide solo una zucca che rideva nell'ombra con le zanne esposte e un ghigno malefico intagliato sul guscio arancione.
La vide e la maledisse, le rivolse le peggiori ingiurie, e poi capì.
Gettò indietro il capo e scoppiò in una risata alienata – doveva ridere, doveva esplodere, o sarebbe morto, sarebbe impazzito. Rise, rise feroce, ignorò una voce nella sua testa che gli consigliava di morire o impazzire, o entrambe le cose... ignorò la consapevolezza di essere già morto, già pazzo, e così fu tutto più facile.
«Cercate il topo».
Venne ignorato di nuovo.

[the Victim]

Aveva sempre trascorso più tempo dietro l'obiettivo della macchina fotografa che non dietro alla propria bacchetta. Non era mai stato un abile duellante, Colin, ma era sempre stato un ragazzo piuttosto caparbio.
Saltò con un salto agile una colonna del corridoio al terzo piano che era crollata.
L'aveva fotografata, una volta. Una ragazzina di Tassorosso vi si era appoggiata mentre leggeva un libro. Colin l'aveva trovata carina.
Si precipitò lungo le scale, e quando iniziarono a muoversi fu costretto a gettarsi sul pavimento di pietra.
Aveva fotografato anche quelle. All'epoca era un undicenne NatoBabbano con la sete di conservare ogni angolo di quel nuovo universo. E allora scattava, scattava, scattava in continuazione.
La porta dell'aula di Incantesimi esplose con un boato fragoroso. Per un attimo fu circondato solo da polvere e calcinacci. Tentò di ripararsi il volto con le mani, ma gli occhi lacrimavano copiosamente.
Le fotografie migliori, aveva spiegato al fratello più piccolo, sono quelle scattate con entrambi gli occhi aperti. Devi poter vedere tutto il mondo in quel solo istante, ed è tutto il mondo che poi farai entrare nella tua fotografia.
Ma lì, in mezzo a quella battaglia così dannatamente più grossa di lui, c'era solo un mondo a pezzi rimasto tagliato fuori dal suo obiettivo.
Tieni gli occhi aperti, Dennis. Non farti scappare nessun istante.

[to the Propeth]

Si era resa conto che vedere il futuro non le bastava più lo stesso giorno cui aveva iniziato a dubitare di non poterlo vedere affatto. Era stata un'incertezza momentanea, l'esitazione tipica dei geni, si era detta, dei grandi Occhi, delle grandi menti. E lei lo era, lo era sul serio.
Si dondolava incerta sulla scomoda sedia della Testa di Porco e scrutava il viso pensieroso di Albus Silente al di là dei giganteschi occhiali rotondi.
Io sono un genio, continuava a ripetersi. Io sono l'Occhio di questo secolo.
Poi l'anziano mago la fissò come se l'avesse vista per la prima volta, con lo sguardo sconcertato, stupefatto, strabiliato.
Sibilla sorrise.
Si è accorto dell'entità del mio Dono.
Aveva appena cambiato il futuro – lo aveva fatto davvero, alla fine. Nulla sarebbe stato più lo stesso. Il mondo, la storia, le persone.. era tutto destinato a cambiare.
E lei, l'Occhio del secolo, non se ne era nemmeno accorta.

[the Liar]

«Credo sia Remus».
Peter alzò lo sguardo nervoso sul viso provato dell'amico. Gli occhi di Sirius brillavano rabbiosi alla luce delle candele, e pesanti ombre danzavano sui suoi eleganti lineamenti.
«È la spia, Peter» sputò con più convinzione. Affondò le mani nei capelli, appoggiò la fronte al tavolo e rimase immobile per un lungo istante.
E lui, Peter, insaccato nel mantello, cercò di farsi più piccolo sulla sedia scomoda – ed era scomoda sul serio, sembrava soffocarlo, avvolgerlo come le spire di un serpente...
Il serpente.
Il pavido ragazzo fu attraversato da un brivido di disperato terrore. Sirius non lo aveva visto – ma Sirius, si disse con improvviso rancore, non l'aveva mai davvero visto. Lui era solo Peter, solo Wormtail, solo un topo.
«R-Remus... R-Remus è la spia?».
C'era un oceano in tempesta negli occhi grigi di Sirius. Sembrava sul punto di ringhiare.
«Tu non credi sia così?».
Peter deglutì agitato e tornò a fissare le venature del legno.
È il momento. È il momento di scegliere. Devi scegliere. Devi scegliere bene.
«I-io...».
Scegli.
«Io credo c-che...».
Scegli bene.
«Io credo tu abbia ragione, Sirius».
Non può che essere Remus, la spia.

[the Honest]

Sapeva avrebbe fatto male, ma non avrebbe mai immagino che avrebbe fatto così tanto male.
Lo scranno dell'ufficio del Preside era più scomodo di quanto non avrebbe mai potuto pensare. Era come sedere su cento spade affilate, le punte avvelenate che gli perforavano la pelle, gli corrodevano l'anima – quale anima, poi? - e lo sguardo di fiele di Minerva non lo mollava un solo secondo – ed era lì, il vero dolore.
«Posso sapere per quale motivo mi ha mandata a chiamare, Preside?».
Era anche nella sua voce – era la voce di un intero mondo che non potrà mai guardare Severus senza sputargli addosso, senza augurargli mille morti, mille piaghe, mille maledizioni.
Hai ucciso l'uomo migliore che conoscevi.
«Volevo sapere come stanno Longbottom e Weasley. Sono studenti della tua Casa, dopotutto».
Il viso immobile di Minerva non si concesse nemmeno un'ombra confusa. Severus avrebbe sorriso, ma quello era il gioco che doveva reggere, quello era lo scotto che doveva essere pagato.
«Erano con Hagrid».
Era tutto lì, ancora una volta, serrato in un silenzio che Severus non poteva spezzare, bloccato in un angolo del tempo fin troppo distante da quello che aveva perduto – da quello che aveva sacrificato.
Minerva lo avrebbe odiato per tutti gli anni che le sarebbero rimasti da vivere.
Lo avrebbero odiato tutti.
Hai ucciso il loro uomo migliore.

[the Leader]

«James e Lily Potter sono morti».
Albus Silente chiuse gli occhi e intrecciò fra loro le lunghe dita. Non un soffio sfuggì dalle sue labbra, non una preghiera volò via dal suo silenzio. Ma pensava, pensava a lungo... pensava che non poteva non succedere.
«Sirius Black ha ucciso Peter Minus. Lo accusano di omicidio».
Tacque e abbassò il capo. Minerva non riuscì a leggere nulla nel suo sguardo cupo. Ma pensava, Silente, pensava che doveva succedere, era inevitabile.
«Hanno portato Hagrid ad Azkaban».
Ingoiare le lacrime fu una sofferenza che scelse di non concedersi. Pianse in silenzio, quel giorno, pianse e pensò che non poteva salvarlo, non ancora.
«Quando crede finirà tutto questo?».
È buffo, si ripete il più grande mago di tutti i tempi mentre scruta tristemente il volto del suo insegnante di Pozioni, non ho mai saputo quando. Conosco solo come.
«Non lo so, Severus... non lo so».
Era un uomo geniale, Albus Silente, e i suoi pensieri erano sempre più insopportabili di quelli di uomo normale.
«Il ragazzo deve morire».
Mai come quella volta aveva desiderato non essere se stesso.
Andava fatto. Andava fatto.

[the Pariah]

Era seduto a terra in un vicolo di Nocturn Alley quando quel gufo bruno era atterrato accanto a lui. Avrebbe tanto voluto essere a Hogwarts – quell'anno più che mai – nella speranza di poter contare qualcosa per il giovane Harry.
Il Torneo Tremaghi, quale sciocca competizione... Remus aveva sempre trovato la competizione fin troppo pericolosa. Non era un giocatore, lui. Non era una di quelle persone che si accanniva in campo, non era uno di quello aperti alle sfide.
Viveva e basta, stava e non stava, reagiva e cadeva – e quello era il suo posto, seduto nell'ombra in un viottolo malfamato, nascosto agli occhi di ladri e ricettatori.
Era ben peggio di loro, lui.
Era sempre stato peggio di tutti loro; ci aveva provato con tutto se stesso a contare qualcosa per qualcuno e aveva fallito più volte.
Il messaggio era scritto in una calligrafia infantile e sgangherata – veloce, sbrigativa, urgente – e Remus scattò in piedi con l'adrenalina nuovamente nelle vene, il fiato corto, le pupille dilatate, la paura intrappolata in gola. Il messaggio di Sirius gli ribaltava le viscere.
È tornato stanotte, Moony.

- Meet & Greet, Geilie
Fandom: Good Omens
Personaggi: Crowley, Guerra, Azraphel
Canzone: This is war - Thirty Second to Mars

- Schnusschen
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Dottore
(Spoiler fino a metà della sesta stagione)
Canzone: This is war - Thirty Second to Mars

Hai scelto il nome Dottore- colui che fa star bene la gente- perché fosse un simbolo. Per dimenticare la Guerra del Tempo e tutto quello che avevi fatto, perché così chiunque, sentendoti nominare, avrebbe saputo che qualcosa di buono stava arrivando, un aiuto.

Hanno costruito una prigione invalicabile solo per rinchiudere te. Le razze più litigiose dell’intero universo si sono unite, nemici storici si sono stretti la mano per poter avere una minima speranza di fermare te.
Quando è successo? Dopo quale battaglia sei diventato l’essere più temuto del cosmo?
Hanno rapito la bambina dei tuoi migliori amici e plagiata nel killer perfetto affinché ti uccidesse e la tua fuia è calata su di loro, come la più terribile delle calamità.

Ti guardi allo specchio.
Questa è una guerra continua, non puoi fermarti, non puoi abbandonare il campo o accettare la sconfitta, il prezzo sarebbe troppo alto.

E che mi dici del prezzo per continuare a lottare?
Dottore; che amara ironia. Ora, ovunque nell’universo questo nome ispira paura, reverenza, forse ammirazione.
Di certo, nessuno pensa a te come ad un aiuto ma più come un collerico e terribile Dio da cui guardarsi.

Vorresti fermarti, urlare che non sei così.
Sei il Dottore, sei qui per aiutare!
Ma in una guerra aiutare uno significa essere il nemico per l’altro e per quanto questo ti stia lentamente uccidendo dentro non potrai mai cambiare parte.
Continuerai a combattere per la Terra, sempre.
Perché credi negli esseri umani.

È l’unica cosa che ti resta.

- Drabble night for HP - Niente
Fandom: Harry Potter
Personaggio: Marius Black
Prompt: famiglia
 
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4 replies since 9/8/2013, 18:48   182 views
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